20 marzo 1998.

Il Modena Rugby si ritrova al campo di allenamento di via Gasparini, c’è da preparare lo scontro diretto con Parma, partita che vale la promozione in serie A. Al campo c’è una visita inattesa: il commissario tecnico della Nazionale Italiana Georges Coste, l’uomo che ha portato l’Italrugby alla conquista della Coppa Europa e ha traghettato l’Italia al Sei Nazioni.

Coste è molto legato a Luciano Gigliotti, tecnico del mezzofondo azzurro – scriveva il giorno seguente sul Resto del Carlino il giornalista Doriano Rabotti – e da sempre amico del rugby della sua città, Modena appunto. Con Gigliotti ha trascorso la giornata, prima di recarsi al campo (spelacchiato, ma questo passa il convento) per dirigere l’allenamento. ‘Ma non c’è niente di strano, io non sono solo l’allenatore della nazionale. A me interessa tutto il movimento, dalla C2 in su. Compatibilmente con i miei impegni, dove mi chiamano, io vado. È un piacere prima ancora che un dovere’, racconta il tecnico transalpino. E mentre impara a pronunciare turtlein, requisito fondamentale per avere la cittadinanza modenese, si lascia andare a qualche considerazione utile. ‘Quando mi chiedono di far visita alle società o ai comitati, non penso solo ai risultati promozionali che questi incontri possono avere. Tengo anche d’occhio alcuni giocatori interessanti, qui a Modena per esempio prometteva bene Pollastri, aveva un gran fisico, ma si è un po’ perso per strada. Con le società non ho mai avuto problemi, ho un buon rapporto. Al cune mi chiamano, altre no, ma non è una scelta criticabile. Comunque non c’è mai stata freddezza, e questo è importante’ racconta”.

Da quel giorno tanti altri personaggi del mondo ovale hanno fatto tappa a Modena, su tutti l’indimenticato Jonah Lomu, allenatori per un giorno entrati per sempre nella memoria biancoverdeblù.