Questo il testo della lettera inviata alle redazioni dei giornali locali dall’avvocato Vittorio Rossi, compagno di squadra di Luciano Zanetti e con lui cofondatore del Modena Rugby.

 

Caro Direttore,

chiedo un poco di spazio al suo giornale, che non ha mancato mai di dare generosa ospitalità al gioco del Rugby, per ricordare un uomo di questo sport che ci ha lasciato in questi giorni. L’ingegner Luciano Zanetti, il mio, il nostro capitano di tempi lontani, non è più con noi. Lo sport che Luciano amava e al quale aveva dato tutto se stesso si compiace di ricordare chi se ne andato, con un poco di retorica affermando: ”Un rugbista non muore mai!” Al massimo passa la palla.” Certo Luciano Zanetti non amava la retorica e spero non gli dispiaccia questa frase, egli ha rappresentato, con la dedizione e con la passione, i valori più alti dello sport e in particolare quelli del “Rugby”. Fu il capitano di una generazione di giocatori che affrontavano i disagi pionieristici di tempi nei quali non esisteva a Modena una struttura per questo sport. Sul campo, come giocatore, fu coraggioso e capace di condurre la propria squadra con l’esempio e con l’incoraggiamento. Fu il Presidente che ebbe la gioia di vedere il Rugby modenese raggiungere una promozione in serie A, dopo, uno spareggio contro il Mogliano, mettendo in campo una squadra tutta fatta in casa. E lo fu quando giunsero, per brevi fortunate stagioni, atleti del calibro di Peter Fatialofa e di Franco Smith. Egli ebbe la gioia di vedere nascere e crescere l’impianto di Collegarola e ha potuto così vedere crescere molte generazioni di giovani dedicarsi al Rugby. Molti lo ricorderanno e molti di noi “vecchi” si aspettano di ritrovarlo, insieme con altri amici su campi verdi ove potrà ancora una volta, passarci la palla. Ciao Luciano in nome di tutti e grazie per com’eri e sempre sarai nei nostri cuori.

Vittorio Rossi