Complice la rinuncia di Noceto, il Giacobazzi non ha avuto l’occasione di regalarsi per Natale il primo successo stagionale. È mancata la ciliegina sulla torta di un 2025 comunque straordinario per il Modena Rugby 1965, che ha riabbracciato la serie A a dodici anni di distanza dall’ultima volta.
In testa al gruppo biancoverdeblù c’è Gianluca Guareschi, l’allenatore che ha centrato la promozione al primo tentativo e quest’anno sta guidando la squadra alla prima esperienza in seconda serie: “È un Modena all’altezza delle mie aspettative, una squadra pronta, che gioca bene e non molla di un centimetro. Certo, mi aspettavo almeno una vittoria e qualche punto in più, ma mi tengo stretto l’atteggiamento dei ragazzi: ci abbiamo provato sempre, anche se di fronte abbiamo trovato squadre ben preparate, solide ed esperte, che contro di noi hanno dato il meglio. La gara con Cus Milano, l’ultima giocata in casa, è la sintesi perfetta della nostra prima parte di stagione: abbiamo messo sotto una squadra di categoria, abbiamo tenuto il possesso e avuto occasioni importanti, senza riuscire a fare punti, e alla fine siamo stati puniti. Ci deve servire da lezione, dobbiamo imparare a essere più pronti nelle prossime sfide. A gennaio abbiamo un trittico di partite importanti, giocheremo con Parma, Cus Milano e Piacenza, le prime tre del girone. È uno dei nostri obiettivi essere l’ammazzagrandi, ma per farlo serve fare qualcosa in più”.
Ritmo, impatti, disciplina: la serie A non fa sconti. Per essere un debuttante, il Giacobazzi si è calato bene nel nuovo contesto e coach Guareschi è soddisfatto dei primi due mesi nella categoria: “Come organico siamo abbastanza completi. Ci sono stati tanti cambi in terza linea e ci siamo dovuti adattare al nuovo assetto, soprattutto a un nuovo 8 che nel rugby è un ruolo chiave. Stiamo lavorando molto bene e sono convinto che a gennaio miglioreremo ancora, anche perché recupereremo qualche pedina, che ci sarà molto utile per proseguire la stagione. Sapevamo che la serie A sarebbe stata complicata e totalmente diversa. Lo scorso anno eravamo abituati a dominare le partite, perché la serie B ci permetteva di essere imponenti per 80 minuti, mentre quest’anno il livello si è alzato e non riusciamo a mantenere la stessa prestazione sul piano fisico e atletico anche nella ripresa. Come gioco non c’è una grande differenza, ma a livello fisico la serie A è uno step superiore. Serve consapevolezza e lavorare, lavorare tanto”.
Con un terzo di campionato ormai alle spalle, il tecnico reggiano fissa gli obiettivi per la seconda parte di stagione: “Vedendo il livello delle squadre affrontate, possiamo ambire a stare nella metà alta della classifica. Sarà difficile arrivarci, perché abbiamo perso già tante partite, ma dobbiamo essere ambiziosi, i ragazzi se lo meritano e la classifica corta ci concede questa opportunità”.


