Al Mercato Albinelli il racconto per immagini di sessant’anni di rugby a Modena. Nel cuore pulsante della città, per tutto il mese di novembre, una mostra inaugurata dal sindaco Mezzetti celebra l’anniversario del Modena Rugby 1965, con foto, trofei, maglie e altri cimeli, messi a disposizione dalla società di Collegarola e dai Veterans modenesi.
Dallo “Zelocchi” a Collegarola, qual è stato il percorso del movimento rugbystico sotto la Ghirlandina? I primi vagiti del movimento ovale modenese arrivano dall’Università nel primo dopoguerra e l’inizio promette molto bene, perché già nel 1947 il CUS Modena conquista il titolo universitario italiano ai campionati del CUSI di Merano. Lo scudetto alimenta la passione dello sparuto gruppo di giovani affascinati da mischie e placcaggi, che si ritrovano un po’ dove capita – prima allo “Zelocchi”, poi nello spazio dove attualmente sorge la pista d’atletica – per allenamenti e partite. E tra questi figura anche un certo Luciano Gigliotti, allenatore degli olimpionici della maratona Bordin e Baldini, che non ha mai abbandonato il suo primo amore, quello ovale.
L’anno della svolta è il 1965: Vittorio Rossi, Ermanno Quartili e Luciano Zanetti fondano l’AS Modena Rugby e scelgono come colori sociali il bianco e il verde, omaggio all’Irlanda, tanto amata dall’avvocato Rossi. Il rugby, sostenuto prima dalla Panini e poi da Despar, si struttura e trova finalmente “casa”: nel 1970 il sindaco Triva inaugura il campo di via Gasparini, quartiere Modena Est, primo impianto dedicato esclusivamente al rugby nella provincia di Modena. Il campo diventa centro nevralgico del rugby modenese: prende forma il settore giovanile, viene costruita una club house sopra gli spogliatoi e più avanti verranno anche organizzati i primi corsi di minirugby, rivolti agli insegnanti di educazione fisica, con l’obiettivo di portare il rugby nelle scuole.
È nel fango di via Gasparini che il Modena targato Trestelle vive i suoi favolosi anni Settanta, arrivando nel 1975 a sfiorare la serie A, all’epoca la massima categoria. Con la Bacigalupo Torino non bastano andata e ritorno per decidere chi deve salire: il doppio 13-3 porta la sfida sui banchi della giustizia sportiva, che da regolamento premia i piemontesi per la minore età dei giocatori in campo. Dopo aver toccato l’olimpo del rugby italiano, l’inevitabile caduta in serie B e la risalita grazie ad un nuovo consiglio direttivo e ad alcune figure carismatiche come Almer Berselli, Sandro Storchi ed Enea Begnozzi. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta il movimento cresce anche grazie all’arrivo di Gianni Bugno, il tecnico bolognese che dà nuovo impulso alla squadra e inserisce dalle giovanili nuovi talenti come Gianni Bergamini, Valerio Bettalico, Giovanni Bigliardi, Marcello De Luca, Ugo Giberti e Giovanni Malagoli. Nel 1985 si cambia ancora assetto e il Modena Rugby diventa società cooperativa, con Zanetti presidente e Berselli allenatore. Arrivano giocatori importanti, su tutti il gigante samoano Peter “Fats” Fatialofa, ma il punto più alto è la conquista dell’A2 nel 1994, con la doppia vittoria a Messina e Mogliano, firmata da un gruppo tutto modenese, guidato da Lorenzo Pollastri in panchina.
La stagione successiva nel roster biancoverde figura anche il giovane sudafricano Franco Smith e la squadra viene affidata a Pieter Pelser, altro gigante del rugby mondiale. L’ascensore tra A e B continua, nel 1998 arriva una nuova promozione in A per il Piemme Donelli di coach Bonardi. I numeri aumentano, soprattutto nel vivaio, e nel 2002 la società di divide in due: Modena Rugby Club per le squadre seniores e Modena Junior Rugby per le giovanili. Il campo di via Gasparini non basta più e nasce il progetto dello stadio di rugby di Collegarola, ideato dal presidente della Junior Nillo Galanti e sostenuto da Almer Berselli, Maurizio Barbieri e dall’allora assessore allo sport Ermanno Montanini.
Il resto è storia recente, con la nascita nel 2014 del Modena Rugby 1965 con Enrico Freddi alla presidenza e la riconquista della serie A nel maggio scorso, ultimo atto di un romanzo che ha ancora tanti capitoli da scrivere.



