A poco più di un mese dalla decima edizione del torneo di minirugby “Città di Modena – Memorial Marco Mucchi”, abbiamo fatto il punto della situazione con il presidente del comitato organizzatore Alessandro Mazzi.

Dieci anni di “Mucchi”: che cosa era all’origine e cosa è diventato questo torneo?

Dieci anni sono già un discreto traguardo, ma contiamo di continuare per ancora molte edizioni. In origine si pensò al torneo come giusta conclusione del lavoro svolto sulle categorie minirugby e per far conoscere il nostro impianto e la nostra società all’esterno. A quel tempo il “nostro” minirugby aveva appena iniziato il percorso di crescita e strutturale per divenire quello che oggi riteniamo essere un settore importante e consolidato. Ora il torneo è diventato appuntamento fisso per la società e, anzi, pensiamo sia l’evento che più ci rappresenta per impegno, numeri e visibilità. Rispetto alla prima edizione sono cresciute in modo esponenziale le richieste di partecipazione e le presenze delle società di varie regioni, e di conseguenza il numero dei partecipanti, il livello tecnico è divenuto di primo livello e l’organizzazione si è affinata e pensiamo sia ora quasi al massimo: si può sempre migliorare ma siamo soddisfatti. Quello che è rimasto uguale – penso e spero di parlare a nome di tutti, sono la passione e l’impegno che tutti mettono per la buona riuscita e per la soddisfazione degli ospiti.

Quali sono i numeri dell’edizione 2019?

I numeri sono ormai gli stessi da almeno tre edizioni. Questo perché di più, nel nostro impianto, non riusciamo logisticamente ad accogliere. Parliamo di circa 100 squadre divise tra le 4 categorie per circa 1500 mini atleti.

Come si colloca questo appuntamento nel panorama di tornei italiani e quali sono i commenti delle altre squadre?

Il torneo è divenuto ormai un appuntamento conosciuto a livello nazionale e, possiamo affermare di essere entrati stabilmente nella “lista” degli eventi cui partecipare se si vuole affrontare un torneo di “alto livello”. Le richieste di partecipazione che riceviamo (e che purtroppo ogni anno, per i motivi di capienza che prima accennavo, ci costringono a non accogliere alcune società) lo dimostrano. I tecnici delle squadre spingono a partecipare. I commenti dei genitori che arrivano a Modena sono quasi sempre positivi ed entusiastici. E parliamo di genitori di squadre “abituate” a frequentare tornei in giro per l’Italia. Questo ultimo aspetto è quello che più mantiene vivo l’impegno. La cordialità e la disponibilità dei nostri volontari è sempre l’aspetto maggiormente sottolineato nei commenti del “pubblico”, e questo penso sia un grosso valore aggiunto.

Avere un torneo di questo tipo “in casa”, aiuta a far crescere il livello di giocatori e tecnici del minirugby modenese? 

Questo evento è un’esperienza certamente importante per tecnici e giocatori. All’arricchimento dovuto al confronto con tante realtà anche lontane si aggiunge la voglia di ben figurare perché si gioca in casa e i ragazzi offrono un impegno maggiore del solito.

L’organizzazione non fa più paura. E il meteo? Siete attrezzati?

Facendo i dovuti scongiuri… con il meteo a volte non si può ragionare. In alcune edizioni abbiamo dovuto combattere con la pioggia insistente, ma il torneo si è svolto secondo i programmi, orari rispettati e organizzazione attiva. Poiché lo svolgimento del torneo è interamente su spazi aperti non si può mai affermare di essere “attrezzati”, ma l’organizzazione attenta può consentire di portare a termine l’evento con risultati buoni. Detto questo, non ci sono dubbi: se c’è il sole però è molto meglio!