Il rimbalzo del pallone

Parliamo spesso della società, dei giocatori, ma quasi mai degli arbitri, una figura sempre ai margini dei discorsi (sempre intelligenti e sensati, si intende) ma che ricopre un ruolo fondamentale per l’esito della partita e per la partita stessa. In effetti senza di loro non si potrebbe nemmeno giocare. Ecco allora che siamo andati a sentire il gruppo arbitri della sezione di Modena e Reggio Emilia: ogni tanto un punto di vista diverso può essere interessante.

Quanti arbitri ci sono nella zona di Modena?

La sezione di Modena è unita a quella di Reggio Emilia ed è formata da 18 arbitri di cui 2 fuori ruolo (cioè che non arbitrano ma che hanno altri ruoli ad esempio nella formazione e nella valutazione degli arbitri), 12 arbitri regionali, 2 arbitri nel GAN 3 (gruppo nazionale arbitri 3 – che corrisponde alla serie C) e 2 nel GAN 2 (gruppo nazionale arbitri 2 – che corrisponde alla serie B).

Chiunque può incominciare ad arbitrare? Come funziona?

Per cominciare ad arbitrare è sufficiente che uno faccia un corso sulle basi del regolamento e sui compiti dell’arbitro. All’inizio lo si fa provare in U14 e poi mano a mano che acquisisce esperienza e capacità passa in U16 e in U18. Quando un arbitro viene ritenuto pronto per la serie C2 deve fare un esame che, se passa, gli permette di cominciare ad arbitrare anche le categorie seniores. Dopo “essersi fatto le ossa” in serie C2 un arbitro può essere promosso nel gruppo nazionale 3 e quindi cominciare la sua carriera nazionale in serie C1. Quando viene valutato pronto per la serie B viene promosso nel Gan2 e così fino al Top12.

Quali sono i falli più commessi in campo? Si può fare qualcosa per provare a ridurli?

L’area dove vengono commessi più falli è il placcaggio e la ruck. Questo è determinato dalla foga di voler recuperare il pallone e da poca conoscenza del regolamento da parte dei giocatori. Per questo è fondamentale una stretta collaborazione tra gli arbitri e il club durante la settimana, proprio come sta succedendo tra noi e il Modena Rugby 1965: i giocatori migliorano sulla conoscenza del regolamento e sulla disciplina e gli arbitri possono allenarsi per essere più preparati alla domenica. Bisogna che le società capiscano che è fondamentale questa collaborazione fin dal minirugby. L’arbitro non è una figura astratta ma è una figura concreta che fa parte delle dinamiche del gioco e le squadre devono riuscire ad adattarsi non solo al gioco degli avversari ma anche alla direzione di gara dell’arbitro. Ad alto livello le squadre hanno delle figure specifiche che analizzano quello su cui l’arbitro è più rigido e quello su cui è meno rigido e lo inseriscono nel game plan proprio come fanno i video analyst con gli avversari. Ora, non dico che vada fatto anche nel nostro campionato, ma anche solo entrare nella mentalità che bisogna giocare anche con l’arbitro sarebbe già un gran passo in avanti.

Come vivete voi le partite stando “dall’altra parte”, ovvero in tribuna da spettatore? Esiste ancora la famosa incontestabilità dell’arbitro?

Purtroppo si sta un po’ perdendo questa idea. Vediamo sempre di più allenatori e giocatori che protestano durante la partita e che contestano le decisioni, e anche dal pubblico si sente di tutto. Spesso di rischia di perdere di vista il principio educativo che deve stare alla base dello sport. Io ormai raramente vado a vedere delle partite di qualsiasi categoria perché mi infastidisce molto sentire offese nei confronti dell’arbitro da parte del pubblico. Le società dovrebbero lavorare di più su questo aspetto, sull’educazione di allenatori, giocatori, dirigenti e pubblico. Per dovere di cronaca, va detto che ci sono anche campi nei quali, a fine partita, il pubblico ti applaude e si complimenta con te ed è davvero una cosa bellissima.